Racconti
 
 

    
 

D. - Hai fatto dei servizi importanti, alla presenza di qualche autorità, nel periodo di leva?

R. - Il più importante in assoluto fu alla presenza del Presidente della Repubblica Saragat, a Udine, e per l'occasione vollero la presenza della Banda degli Alpini della Julia. Poi ci recammo in visita ai più importanti Monumenti, e ricordo che fummo sempre accompagnati dal trombettista Del Vecchio, di Rogno (BG), famosa famiglia di musicisti di livello. Questo trombettista aveva una piccola tromba a cilindri, ma era bravissimo, non sbagliava mai una nota, ed eseguiva tutti i "Silenzi" e gli "Attenti". Poi suonammo per l'inaugurazione di un Monumento a Trieste, tra l'altro ho rivisto quel Monumento in occasione della festa degli Alpini, è stato un bel momento! Rappresenta una penna di Alpino, e si trova davanti all'Università di Trieste, se non ricordo male…

D. - Poi dopo la naja, sei tornato a casa e sei rientrato subito nella Banda?

R. - Tornato a casa, c'è stato un periodo "di fermo", nel quale non so perché, ma non ho voluto rientrare… ricordo che non suonavo nel periodo in cui Pepi (Giuseppe Terzi) fu Maestro della Banda; sono rientrato quando Elio Canini prese il posto di Pepi, perché venne proprio a chiedermi che intenzioni avevo, e gli dissi che volevo rientrare. Quando seppi che Elio lasciava la direzione al nuovo Maestro Luigi Corsini di Ponte Nossa, fui un po' sfiduciato: ricordo che tu Fausto sei venuto a chiedermi di restare, e io acconsentii anche se devo dire che non sapevo come sarebbe stato avere un Maestro che per la prima volta non era di Gromo! Da allora, non ho più smesso, sino ad oggi, ed è in assoluto il mio periodo più lungo senza interruzioni.

D. - Giancarlo, come mai sei passato dal clarinetto al tuo attuale strumento, il sax baritono?

R. - Come sai, io per lavoro ero sempre via, e non potevo frequentare le prove con costanza; il clarinetto è uno strumento impegnativo, che richiede esercizio e prove con gli altri! Allora parlai col Maestro proponendogli di iniziare a suonare il basso, che secondo me richiedeva meno tecnica, e mi avrebbe consentito di studiare le partiture a casa. Il Maestro mi disse invece di suonare il sax baritono, che ci avrebbe permesso di avere un timbro differente a disposizione, e di ampliare l'organico bandistico, e così presi il mio sax! Certo, il sax baritono tecnicamente non è facile come speravo, è impegnativo, ma sempre meno che suonare le partiture da primo clarinetto, come ero prima!